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Cuffie: Shure SRH 1840 – Recensione

In questa recensione parleremo della cuffia top di gamma di casa Shure, le SRH 1840.

Ringrazio ancora Federico per averci permesso di provare la cuffia.

La Shure è un produttore di primo piano nel mondo pro e del monitoring e produce alcuni dei microfoni e delle cuffie più famose al mondo in questo ambito, come le loro magnifiche in ear.

La cuffia che recensiremo oggi è l’ultima arrivata a catalogo di Shure, insieme alla sorella minore SRH 1440. Le due cuffie non hanno nulla in comune, ne la struttura ne i driver

Le Srh1840 sono una cuffia sovraurale aperta che monta driver al neodimio da 40 mm.

L’isolamento di questa cuffia è pari a zero e produce molto rumore all’esterno quindi è una cuffia studiata per un uso prettamente casalingo o in studio.

I driver hanno un’impedenza di 65 ohm ed una sensibilità nella media, 96 Db/mW, quindi non necessitano di amplificatori di particolare potenza.

Le Shure sono costruite in Cina, anche se, visto il prezzo, mi sarei aspettato fossero costruite in USA.

Visto che è una cuffia top l’abbiamo provata con il meglio che abbiamo a disposizione, ovvero:

Ampli: Violectric V200

Dac: Audio Gd Dac19

Trasporto usb: Audio Gd Di-V3 alimentato a batteria

Il guadagno del V200 è stato settato al minimo viste le specifiche della cuffia che regge fino ad 1 W.

La cuffia può essere acquistata dai tedeschi di Thomann al prezzo di 498,00 €.

 

Confezione

La confezione delle Shure è spettacolare e contiene quello che vorremo trovare in una confezione di una cuffia di livello, ma che non si trova quasi mai.

La scatola è costituita di spesso cartone e peserà sui 2 kg vuota. Davanti alla scatola è presente una finestra su cui è riportata la cuffia che viene tenuta chiusa da un magnete.

Una volta aperta la finestrella ci troveremo davanti un robusto porta cuffia rigido ben imbotti con all’interno la cuffia ed un cavo con jack da 3,5 mm e adattatore a 6,3 nell’apposita taschina portacavo. Pensavo il contenuto fosse tutto lì, invece una volta rimossa la custodia troviamo sotto una coppia di pad di ricambio ed un cavo di riserva sempre con jack da 3,5mm.

 

Costruzione ed ergonomia

La costruzione di queste cuffie è di ottimo livello e possiamo ritenerla adeguata per il prezzo.

La cuffia è molto solida in mano, ma nonostante tutto è leggera

I due sostegni per i padiglioni sono in alluminio con sopra impresso il marchio SHURE. I sostegni s’infilano in due blocchetti di plastica fissati all’archetto e fungono da regolazione per adattare la cuffia al proprio capo.

L’archetto di cui non si riesce a capire il materiale è totalmente ricoperto da simil pelle e nella parte che poggia sulla testa è ben rivestito e morbido.

I pad sono in velluto e molto ben imbottiti e morbidi. Le dimensioni sono generose, quindi ci entra qualsiasi taglia di orecchie.

I padiglioni sono realizzati in plastica grigia scura in tinta con il resto della cuffia, mentre i driver sono coperti da una bella griglia a nido d’ape nero di metallo che mostra l’interno. La griglia è bordata da una’elegante cromatura argentea.

Il cavo totalmente removibile è lungo 2,1 m e termina, cosa strana per una cuffia di questo prezzo, con un jack da 3,5 mm su cui si può montare l’adattatore avvitabile. I connettori utilizzati per connettere il cavo su entrambi i lati sono proprietari e s’inseriscono a pressione garantendo una salda presa. Il cavo è in rame OFC con un sezione decente.

Come detto prima la cuffia è molto leggera grazie ai materiali usati, infatti pesa 268 g.

I pad morbidi uniti all’archetto imbottito al punto giusto ed alla leggerezza delle 1840 le rendono adatta a lunghi utilizzi senza problemi.

 

Come suonano

Ovviamente da una cuffia top di gamma ci si aspetta un suono top di gamma.

Quello che però subito mi ha colpito, nonostante la grande spinta del V200 in grado di erogare quasi 2,5 W su 65 ohm, è la totale mancanza d’impatto di questa cuffia.

La gamma bassa è senz’altro il punto debole delle Shure. La parte bassa dello spettro appare molto magra e poco sostanziosa e scende veramente poco rendendo questa cuffia inadatta a chi ama generi bassosi oppure generi che traggano giovamento da un bell’impatto in gamma medio bassa.

Il vantaggio di questa mancanza in gamma bassa però è una totale assenza di loudness.

Al contrario abbiamo una gamma media buona e avanti al punto giusto. La resa delle voci non è sempre ottimale e ogni tanto si nota un po’ di nasalità su alcune tracce, ma in generale è buona, sia con le maschili che con le femminili. Anche la resa degli strumenti acustici è buona.

La gamma alta è buona e dettagliata anche se non estesissima e non risulta ne affaticante ne graffiante.

Il dettaglio generala si assesta su un buon livello anche se sarebbe lecito aspettarsi qualcosa di meglio.

La scena appare un po’ schiacciata nonostante sia una cuffia aperta e non proprio precisa.

Ascoltando ad alti volumi l’impatto non cresce di una virgola, ma viene accentuata la resa vocale nasale.

Conclusioni

Le Srh 1840 non sono la cuffia top che mi aspettavo vedendo il prezzo e la costruzione.

L’eccessiva mancanza in basso le rende non totalmente lineari ed anche la resa delle voci non è della migliori.

Voci a parte la gamma media resta il punto forte della cuffia insieme alla fatica di ascolto nulla.

Altro fattore positivo è la costruzione generale di ottimo livello e la ricca confezione.

Resto dell’idea che il prezzo attuale non rispecchia le caratteristiche sonore.

 

Recensione in breve

Suono: 7,5 su 10

Costruzione: 9,5 su 10

Comodità: 9 su 10

Rapporto qualità/prezzo: 6 su 10

Voto finale: 7 su 10

Pro:

– Buona costruzione

– Confezione completissima

– Comodità

– Gamma media

Contro:

– Mancanza molto evidente in gamma bassa

– Resa delle voci non sempre perfetta

– Scena non estesa

– Mancanza d’impatto

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8 Responses to Cuffie: Shure SRH 1840 – Recensione

  1. Biagio 20 Maggio 2013 at 11:15 #

    ancora una volta pareri discordanti su questa cuffia che non riesce a mettere d’accordo i cuffiofili, chi la osanna e chi la stronca.

    • Matteo 20 Maggio 2013 at 11:18 #

      Ho notato anche io questa cosa. Per esempio a Federico che me l’ha prestata piace molto.
      Secondo me il più grande difetto è il prezzo, se costasse un paio di centoni in meno si potrebbe rivedere il giudizio.

  2. Grunter 21 Maggio 2013 at 14:56 #

    Ciao, confermo che a me piace molto, la trovo molto equilibrata ma io non sento la necessità di grande impatto in basso, cosa che effettivamente la 1840 non ha.
    Diciamo che non è una cuffia per tutti i gusti.

  3. cosimo 17 Luglio 2014 at 16:50 #

    Per niente d’accordo ancora una volta sul risultato del test (vedi Shure srh940).
    La 1840 suona alla grande! Proprio perche’ mai affaticanti. Non ho riscontrato la minima nasalita’ delle voci, probabilmente dipende dal tipo di registrazione o dalla sorgente.
    Per me l’unico difetto e’ il prezzo troppo esagerato.
    Riguardo i bassi ci sono eccome!! Mai rimbombanti ne’ invadenti. Che gioia sentirla con un realismo riproduttivo da accapponare la pelle, per esempio quella voce di Phil Collins!!

  4. Fabio Mantovani 9 Ottobre 2015 at 10:19 #

    Grazie per le informazioni sulla srh1840. Mi piacerebbe una recensione sulla srh1540, sorella “chiusa” della 1840 che possiedo con grande soddisfazione: I bassi qui sono deliziosamente definiti e profondi (cosa notoriamente rara nelle cuffie, visto che di solito prevele l’una qualità a discapito dell’altra..). Per il resto vorrei davvero conoscere le vostra impressioni. Cordiali saluti. Fabio.

    • Matteo 12 Ottobre 2015 at 10:57 #

      CIao,
      cercheremo di recuperarle.
      La cuffia in questione l’avevo provata diverso tempo fa, ma al volo e non ho avuto il tempo per la prova.

      Matteo

  5. Gian92 9 Dicembre 2016 at 22:02 #

    Le ho prese da Amazon per decidere se tenerle o meno, ho già Delle hd 600 , vorrei vedere la differenza tra le due

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  1. Cuffie: Shure SRH940 - Recensione - Stereo-Head - 23 Luglio 2013

    […] aver recensito il top di gamma Shure, oggi troveremo la recensione della media della stessa casa, le […]

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