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Beyerdynamic T1: la cuffia top di casa Beyer

Abbiamo parlato diverse volte della gamma di cuffie DT di Beyerdinamic definendole come ottime cuffie  dall’ottimo rapporto/qualità prezzo. Ciononostante il nostro desiderio è stato sempre di provare il top della casa, una delle regine del mondo delle cuffie, ovvero le T1, prima cuffia prodotta con la tecnologia Tesla e che finalmente siamo riusciti a provare con calma nel nostro impianto.

Le T1 sono delle cuffie circumurali semi aperte basate su driver dinamici. La T nella sigla sta ad indicare la tecnologia Tesla adottata dai magneti che gli permette di superare 1 Tesla riducendo il materiale necessario e quindi contendo il peso delle driver  in modo da rendere il movimento più rapido e preciso. Sempre allo scopo di avere un driver leggero in Beyer hanno adottato un’impedenza molto alta, 600 ohm, in modo da ridurre gli avvolgimenti.L’impedenza molto alta rende necessario un amplificatore potente e con un alto voltaggio in uscita per poter rendere al meglio, per esempio un OTL a valvole.

Il setup di prova è il seguente:

Sorgente: Oppo BDP105, Resonessence Labs Concero HD

Amplificatore: Woo Audio WA2, Woo Audio WA6SE, Violectric V200

Il prezzo è analoga alla sua direttamente concorrente, la Sennheiser HD800 già recensita, infatti è possibile acquistare le T1 per 949 Euro su Amazon

 

Specifiche tecniche

Riposta in frequenza (headphones) 5 – 50000 Hz (- 3 dB)
Tipo Semi aperta circumurale
Input 6,3  mm stereo
Linghezza cavo 2 m
Trasduttore Dinamico
Peso senza cavo 350 g
Impedenza nominale 600 Ω
Sensibilità 102 db

 

Confezione e contenuto

La confezione è molto particolare ed è costituita da un cofanetto in alluminio richiudibile che può essere molto utile per il trasprorto. Una volta aperta la chiusura all’interno troviamo una generosa imbottitura in gomma piuma che protegge totalmente le cuffie da qualsiasi urto.

Il contenuto della confezione, come ogni top che si rispetti, è limitato unicamente alla cuffia e ad un paio di libretti di istruzioni.

 

Costruzione ed ergonomia

Il look generale non tradisce il family feeling con le altre cuffie di casa Beyerdynamic e vedendole si intuisce subito l’appartenenza alla casa Tedesca.

L’archetto è generosamente imbottito e particolarmente morbido. L’imbottitura è ricoperta in morbida simil pelle nera e nella parte  superiore è chiusa da una fascia in tessuto marrone su cui è possibile vedere in controluce il marchio Beyerdynamic. L’archetto è realizzato con molta cura e buoni materiali e già da qui si può notare la qualità costruttiva molto superiore rispetto alla serie DT.

L’archetto termina con due blocchetti in plastica nera in cui si infilano i supporti per i padiglioni fungendo da guida e per la regolazione della cuffia.

Il supporto dei padiglioni è realizzato con la stessa cura dedicata all’archetto. Abbandona il design pieno della serie DT ed utilizza una struttura con parti in negativo per renderlo più piacevole alla vista. Vicino all’attacco con l’archetto è possibile vedere anche il simbolo T1 in negativo.

I supporti sono collegati ai padiglioni mediante due snodi che permettono l’adattamento di questi ultimi alla vostra testa.

I padiglioni sono composti da un anello in plastica a cui si collegano i supporti ed una parte esterna in alluminio. La più esterna è costituita da una fittissima rete sempre in alluminio che non lascia neanche intravedere il driver all’interno. Anche sulla griglia molto fitta è possibile vedere il marchio Beyerdynamic in controluce, altra finezza costruttiva

I pad invece sono i classici usati in casa Beyer, molto morbidi e ricoperti in velluto.

Guardando all’interno dei padiglioni è possible notare che il driver è in posizione inclinata rispetto alle orecchio ed è posto nella parte anteriore come potete notare anche dalla foto sotto .

Il driver delle T1

Dalla parte inferiore di ogni padiglione parte un cavo di buon spessore. I cavi si uniscono dopo circa 50 cm, ma rimangono sempre inguainati indipendentemente e proseguendo così o fino ad un jack da 6,3 mm della Neutrick. Purtroppo il cavo non è rimovibile.

Le T1 una volta indossate risultano comode e leggere. Il peso limitato,i morbidi pad e l’archetto imbottito generosamente consentono di portare la cuffia tranquillamente per diverso tempo senza problemi.

Ovviamente essendo una cuffia semi aperta l’isolamento è molto basso e le T1 producono molto rumore all’esterno.

 

I driver angolati

Come suonano

Le Beyerdynamic T1 sono cuffie dall’impedenza molto alta, quindi necessitano di un buon amplificatore per rendere al meglio. Un buona scelta potrebbe essere un OTL a valvole tipo il WA2 usato nella prova o  il Megahertz oppure amplificatori a stato solido ad alto voltaggio d’ uscita come il Violectric V200.

La prima impressione è che le T1 siano molto simili come impostazione alla top della tedesca Sennheiser e condivida il carattere chiaro e radiografante delle HD800.

Le T1 fanno del dettaglio e della scena  il loro cavallo di battaglia, sacrificando l’impatto. La gamma bassa  è un po’ il punto debole delle T1 non vantando una profondità da record, ma soprattutto mancando d’impatto e potenza. Queste caratteristiche rendono però possibile sviluppare un basso molto articolato, veloce e preciso che non va mai ad invadere il resto delle frequenze e riesce a garantire un ottimo punch.

Ottima invece la gamma media, molto piacevole e musicale pur essendo estremamente dettagliata. La resa delle voci è veramente buona soprattutto per la naturalezza e potrebbe essere presa come riferimento nel panorame delle cuffie. L’unico difetto è la presenza di qualche sibilante che si manifesta solo con le registrazioni non all’altezza. Anche la resa strumentale è eccellente e stupisce soprattutto il dettaglio raggiunto che vi porterà quasi a vedere le corde degli strumenti vibrare dopo essere state pizzicate e nonostante tutto le T1.

La gamma alta si presente molto estesa e brillante, pur non essendo affaticante ne troppo aggressiva. Il dettaglio è in linea con il resto ed è di livello assoluto, alla pari dell’avversaria tedesca.

La scena è veramente profondissima ed ampia con la musica che vi sembrerà arrivare da oltre i padiglioni delle cuffie. Oltre ad essere ampia la collocazione degli strumenti è molto precisa.

Grazie ai leggerissimi magneti impiegati anche la dinamica è da primato e la T1 risulta velocissima nei cambi di tono e riesce a seguire perfettamente anche le composizioni più complicate.

L’unico punto debole delle T1, come di quasi tutte le cuffie top, è l’intolleranza per i brani di bassa qualità sia per quanto riguarda la registrazione che, in caso di utilizzo di musica liquida, la compressione dei brani. Insomma se gli darate in pasto materiale di bassa qualità così vi verrà restituito.

 

Conclusioni

Le T1 sono la cuffia top che ci aspettavamo con una stupenda gamma media, una grandissima dinamica, alti estesissimi e un ottimo dettaglio e mostra il fianco solo nel basso leggermente poco esteso.

Le top di casa Beyer condividono in parte il carattere delle HD800 anche se ci sono alcune sostanziali differenze: le T1 si comportano meglio in gamma media e sono meno aggressivive, con una scena più profonda, ma più stretta, mentre le HD800 si difendono meglio in basso e hanno un dettaglio leggermente superiore.

La qualità costruttiva è elevata, anche se si poteva fare di più per il cavo che non è neppure sostituibile rendendo complicato il passaggio al bilanciato.

Il prezzo va di pari prezzo con la qualità ed anche il prezzo è allineato alla fascia top

 

Recensione in breve

Suono: 9,5

Costruzione: 8,5

Comodità: 9

Rapporto qualità/prezzo: 9

Voto: 9

 

Pro:

-Resa sonica in generale su tutta la fascia

-Ottima dinamica

-Livello di dettaglio altissimo

-Buona costruzione

-Buona costruzione

-Scena molto ampia e profonda

Contro:

-Basso non estesissimo e mancanza d’impatto

-Cavo non rimovibile

 

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2 Responses to Beyerdynamic T1: la cuffia top di casa Beyer

  1. Manfred 3 Gennaio 2018 at 04:07 #

    “Il prezzo va di pari prezzo con la qualità ed anche il prezzo è allineato alla fascia top”

    ahh!!! finale perfetto per una recensione “sconclusionata” e poi questa italietta che si inventa pseudo-giornalisti recensori che hanno fatto a fatica le scuole dell’obbligo…

    demenziale…

    • Matteo 11 Gennaio 2018 at 09:07 #

      Giornalista non sono e la scuola dell’obbligo l’ho superata abbastanza in tranquillità

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